venerdì 12 luglio 2013

TEKKEN - Dwight H. Little

Per un appassionato di Tekken questo film è una profonda delusione. Il videogioco al quale si ispira ha già una trama propria, non si pretende che essa venga ricalcata fedelmente ma perché inventarsene un'altra? Come se non bastasse anche i personaggi subiscono rivisitazioni inspiegabili: se infatti l'aspetto viene più o meno mantenuto, almeno nei costumi (Raven è uguale),
le loro storie sono diverse, cosa che ne snatura il carattere.
Marshall Law non ha niente a che vedere con il cuoco che assomiglia a Bruce Lee, Kazuya non ha affatto l'aspetto fiero che gli spetterebbe, Heihachi sembra un vecchio rimbambito, altro che il formidabile guerriero da temere in combattimento. Yoshimitsu viene fatto passare per un assassino prezzolato quando invece dovrebbe essere una specie di paladino mentre Steve Fox, un adolescente pieno di sé è invece un uomo sconfitto, praticamente l'ombra di se stesso. E i Jack non sono robot...
Se si decide di fare un film su Tekken ci possono essere due motivi: far conoscere il videogioco al grande pubblico oppure far contenti i numerosi fan sparsi in tutto il mondo. La pellicola non accontenta nessuno. Chi vuole avvicinarsi al genere si trova di fronte la solita storia di vendette personali, cattivi ambiziosi e senza cervello e soprattutto un buon numero di combattimenti che non hanno nulla di interessante: una semplice sequenza di incontri fra volgari picchiatori da strada che si prendono a pugni fino a sfinirsi. E qui si scontenta il pubblico dei fan, probabilmente quello che più viene attirato dal titolo.
I combattimenti sono ovviamente l'anima di Tekken, ciò che rende unico questo gioco è l'esagerazione, quel gusto tutto giapponese dell'eccesso condito con una generosa dose di ironia. Giocando a Tekken ci si prende a legnate ma facendosi un sacco di risate. I personaggi hanno una loro storia personale che li caratterizza anche sul campo di battaglia, ciascuno ha un proprio stile di lotta, di solito a mani nude, che lo rende unico. Soprattutto ognuno di loro è in grado di prodursi in mosse mirabolanti grazie alle quali l'avversario colpito viene scaraventato a metri di distanza, percosso con sequenze micidiali che in pratica non gli fanno nemmeno toccare il suolo, con schianti terribili che spezzerebbero le ossa a chiunque ma che a loro invece procurano solo una momentanea sofferenza, prima di rimettersi in piedi più vispi di prima e ricominciare. Fino a quando uno dei due non termina le energie e finisce al tappeto.
Niente di tutto questo viene rappresentato nel film. Gli scontri sono tutto fuorché spettacolari, niente acrobazie degne di Tekken, niente lampi di luce, niente colpi magici, la componente fantasy che ha un ruolo importante nel videogioco (senza la quale non ci sarebbero i mostri, il panda imbattibile e i colpi proibiti) viene del tutto dimenticata.
La domanda è: che tipo di ispirazione hanno tratto esattamente da Tekken? Per fare un generico film di arti marziali non era necessario scomodare uno dei "picchiaduro" più famosi del mondo, la storia se la sono inventata quasi per intero, potevano inventarsi anche i personaggi ed erano tutti contenti. Certe scelte produttive sono davvero inspiegabili.
                              
Anno di pubblicazione: 2010
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