sabato 6 luglio 2013

DISTRICT 9 - Neill Blomkamp

Guardando District 9, la prima cosa che viene in mente è: "toh, gli alieni una volta tanto non sono sbarcati a New York". Diventa poi chiaro che la scelta di Neill Blomkamp di ambientare la storia nella meno celebrata Johannesburg ha una precisa logica. Il film infatti propone
in una chiave di lettura piuttosto particolare il tema dell'apartheid, dove questa volta sono gli alieni a cadere vittima della razza umana. Ci sono tanti riferimenti nient'affatto velati alla recente storia sudafricana e di certo gli spunti di riflessione non mancano. Gli alieni finiti sul pianeta Terra probabilmente per errore e completamente allo sbando, sono di fatto dei profughi e, dopo un primo periodo di diffidenza e paura, vengono trattati come tali, per poi subire una vera e propria ghettizzazione nel momento in cui la convivenza diventa difficile. Niente a che fare con storie bestiali stile Alien, gli extraterrestri sono bruttini ma non rivolgono i loro appetiti verso gli umani, hanno evidentemente una sorta di senso civile e, al di là delle diverse abitudini alimentari e comportamentali che è lecito aspettarsi, non sono poi così diversi da noi. Essi finiscono col subire la nostra aggressività e diventano vittime del razzismo, una storia che da quelle parti conoscono bene.
Tuttavia ciò che più colpisce l'appassionato di fantascienza (poiché di questo si tratta) almeno in ambito cinematografico, è lo stile finalmente fuori dal coro di quella che è la tendenza hollywoodiana degli ultimi anni. Niente bestie aliene quindi (una volta c'erano le tigri ma quelle non se le fila più nessuno, poverine e si stanno pure estinguendo), niente entità il cui scopo principale nella vita è percorrere immense distanze per finire nell'angolino dell'universo dimenticato da tutti dove una razza di esseri inferiori aspetta solo l'occasione giusta per dimostrare al resto dell'universo che esistono anche loro, cacciando prontamente gli invasori. Per queste storie la fantascienza è solo un pretesto: Rambo mi sta decisamente più simpatico.
La fantascienza come andrebbe intesa deve saper porre in anticipo i quesiti che un giorno l'uomo potrebbe porsi quando la scienza lo spingerà oltre i limiti odierni. District 9 è un ottimo esempio di questo tipo di fantascienza.
A un certo punto del film, avviene uno scontro a fuoco e vengono usate le armi degli alieni che fino a quel momento nessuno sapeva come usare. Ovviamente sono tecnologicamente super-avanzate e spettacolari. La storia si movimenta e c'è un po' di azione e suspense, ottimo per il ritmo della narrazione e l'interesse del pubblico, i cosiddetti effetti speciali la fanno da padrone. Ma non è per questo che District 9 vi rimarrà impresso nella mente quando arriveranno i titoli di coda. Quello che si vuole è scoprire come se la caverà l'uomo di fronte a una sfida sociale, se riuscirà a dare quella prova di maturità cui è chiamato, se sarà in grado di integrarsi nella comunità galattica, venendo considerato da razze più evolute come loro pari o se invece resteremo per sempre relegati al rango di homo sapiens, senza riuscire ad evolverci.
Neill Blomkamp ci fa capire che non è così ottimista, anche se alla fine resta sempre un segno di speranza. E il sogno può continuare.
                              
Anno di pubblicazione: 2009
Interpreti:
  1. Sharlto Copley


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