domenica 16 giugno 2013

CARNAGE - Roman Polanski

Feroce critica alla borghesia benpensante americana, questo Carnage. Roman Polanski mette in scena tutta l'ipocrisia di una classe sociale che fonda il proprio benessere sull'apparenza e non è in grado di fare autocritica. Il film, dall'impostazione marcatamente teatrale, si sviluppa con una escalation
di rabbia, dapprima repressa, controllata, con un fondo di amarezza, viviamo in un mondo difficile e una famiglia per bene che tenta di comportarsi in modo civile e decoroso deve saper sopportare gli zotici con i quali quotidianamente si trova ad avere a che fare. Dopotutto siamo noi gli esponenti migliori di questa società, tocca a noi dare la migliore impressione, siamo noi che mandiamo avanti la baracca, noi siamo il modello da imitare.
Certo è dura, nessuno pretende che questo ruolo di leader ci venga riconosciuto, prima di tutto bisogna essere umili ed eventualmente accettare con cordialità i riconoscimenti che prima o poi qualcuno ci darà e che comunque ci spettano, insomma, quel che è giusto è giusto. Tuttavia ci sono delle volte in cui la pazienza viene messa a dura prova, certa gente non ha proprio alcun ritegno, non ha rispetto per gli altri e per le loro cose, se poi ci mettiamo di mezzo i figli, non ne parliamo, ci sono genitori che non meritano nemmeno di esserlo, io faccio tanta fatica per tirar su un ragazzo nel rispetto delle regole, cercando di insegnargli le buone maniere e poi arrivano questi due villani, incapaci di tenere a bada quel delinquente, quel bullo che importuna mio figlio, dovrebbero vergognarsi, guarda un po' se io, che ho già mille cose da fare, devo stare qui a perdere tempo con questi due idioti. E nonostante cerchi di essere civile, conciliante, osano persino rimbrottare, mettere in dubbio la mia buona fede e soprattutto non riconoscono il fatto che ho ragione.
Maledetti cafoni, dovrebbero insegnarvi le buone maniere. Ma a che servirebbe, gente come voi non è in grado di affrontare una discussione ragionevole e pretendete di avere ragione anche se non l'avete. Certa gente andrebbe presa a scudisciate, è l'unica lingua che capiscono, tentare di spiegar loro qualcosa sarebbe tempo perso e poi, perché dovrei farlo io, perché dovrei abbassarmi al loro livello? In questo momento l'unica cosa che davvero avrei voglia di fare è rompergli il muso.
Che sto dicendo, questo comportamento non mi si addice, non dovrei pensare queste cose, non è questo che mi è stato insegnato, eppure non è facile essere sempre perfetti, precisi, questa mia debolezza è insopportabile, vorrei non averla. Forse un buon whiskey mi aiuterà a superare questo momento, magari due, mi sento meglio, cielo, questi due imbecilli cercano ancora di farsi una ragione, non si può andare avanti così, questa vita è uno schifo, non me ne va bene una, odio tutto, tutti e me prima di tutto. Al diavolo ogni cosa, ne ho le tasche piene, voglio scendere.
A tutto questo aggiungiamo un cast di attori in grado di tenere il giusto ritmo e la presenza scenica necessaria e otteniamo una miscela bruciante, una escalation, come si diceva, che conduce storditi in un luogo senza uscite dove rimane lo sconforto di un pieno fallimento. Di cui Roman Polanski, con consueta maestria ci fa un ritratto ruvido e desolante.
                              
Anno di pubblicazione: 2011
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