venerdì 4 luglio 2008

AMERICAN BEAUTY - Sam Mendes

Geniale. Non vedo francamente quale altri aggettivi affibbiare a questo capolavoro. Come altro si potrebbe definire un film nel quale non si riesce a venirne a capo fino alla fine?
American Beauty è come una mosca fastidiosa che inseguiamo per tutta la casa, nel tentativo di ammazzarla, senza riuscire a prenderla e subendo infine
la beffa, forse il sollievo, di vederla volare via dalla finestra.
Sam Mendes è quella mosca, vuol fare il brillante con una storia divertente e maliziosa che ci intriga ma che non prendiamo troppo sul serio, perché tanto sappiamo già come va a finire: questo qui è uno dei tanti che sa intrattenere ma è tutta roba già vista.
E invece, proprio quando credi di aver capito tutto, succede che il mondo si rovescia, le situazioni si scambiano, mentre stai per acchiappare la mosca, quella spicca il volo e sparisce.
American Beauty è un film grottesco e disturbante che ha il brutto vizio di sbatterci in faccia i nostri vizi, il principale dei quali è l'ipocrisia, verso gli altri e soprattutto verso noi stessi.
E` sconcertante scoprire quanto male riusciamo a farci senza tuttavia volerlo ammettere. Ci sono obiettivi ai quali non possiamo rinunciare, per i quali siamo disposti a tutto, siamo pronti al sacrificio, anche di ciò che di più caro dovremmo avere, cioè la nostra libertà. E` uno strazio senza fine, una volta entrati in questo vortice non si riesce più ad uscirne, il nostro status, qualunque esso sia, è troppo importante e va mantenuto, anche a costo di mentire non solo agli altri ma a noi stessi.
Alla fine non riusciamo più nemmeno noi a distinguere ciò che siamo veramente da ciò che vorremmo essere, alimentiamo un'immagine da proporre al mondo esterno, schiacciando la nostra vera personalità, quella che non ci soddisfa, in un angolo, ci fa ribrezzo, abbiamo paura di guardarla. E ci trasciniamo in questo mondo finto, ombre di noi stessi, eternamente insoddisfatti, languendo pateticamente.
Ma se solo riusciamo, anche solo per un momento, a interrompere la nostra corsa, a staccare la spina, mettere in pausa il nostro film personale, ci accorgeremmo di come tutto apparirebbe a colori più nitidi. Sarebbe come alzare un velo, un sacco di cose che si reputavano importanti se non fondamentali per la nostra esistenza, si scoprirebbe essere inutili, respireremmo aria nuova, ci sentiremmo più leggeri, più liberi appunto. E più felici.
Sembrerebbe una cosa facile ma non lo è. Il prezzo di questa felicità è la sincerità e la sincerità implica il prendere coscienza dei propri pregi e dei propri difetti. Ma purtroppo la nostra società non apprezza i difetti, essa pretende da noi di essere vincenti, sempre e comunque. E` una sfida difficile, forse impossibile, di fronte alla quale la maggior parte si spaventa, si scoraggia. Tuttavia la si vuole affrontare, allora ci si butta nella mischia e l'unico modo per riuscire a cavarsela è mentire. Così ritorniamo alla nostra vita finta e insoddisfacente.
C'è solo un modo per uscire da questo vortice: smettere di giocare. Ma questo significa uscire dal tavolo di gioco e non tutti sono disposti a rimanere soli pur di essere liberi. A meno che non si riesca a trovare qualcuno disposto ad accompagnarci. Chi ha il coraggio di farlo?
                              

Anno di pubblicazione: 2000
Interpreti:

  1. Kevin Spacey
  2. Annette Bening

Ulteriori informazioni sul regista Sam Mendes
Ulteriori informazioni sullo sceneggiatore Alan Ball

Guarda il trailer (in lingua originale):

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